“Non possiamo più assistere a tragedie di naufragi causati dal fanatismo dell’indifferenza”.

Il mare blu intenso, bagnato dalla luce del sole, appare dietro la sagoma della croce della Camargue. Il monumento eretto all’ombra della cattedrale di Notre-Dame de la Garde, sulle alture di Marsiglia, in onore dei marinai e degli immigrati morti in mare, Sembra che stia osservando l’enorme distesa e non riesce a salvarli. Circondato dai leader marsigliesi di tutte le fedi e dalle figure coinvolte nell’aiuto ai rifugiati, François ha scelto questo monumento per pronunciare un discorso molto importante il primo giorno a Marsiglia, venerdì 22 settembre. Tenendo conto di uno dei temi che gli stavano più a cuore fin dall’inizio del suo pontificato: la questione dell’immigrazione. “Di fronte ad una tragedia del genereVenerdì ha avvertito Le parole sono inutili. » Egli dovrebbe “verbi”, Ha insistito sul fatto che l’Europa è l’umanità Sono attivi “Crocevia di civiltà” Affrontare una tragedia “Che sta distruggendo il Mediterraneo.”

Giunto a Fukien, città etnicamente mista con una storia segnata da diverse ondate migratorie, il papa ha pensato di concentrarsi sulla questione dei rifugiati. Il tema che ha caratterizzato dieci anni di pontificato si è spostato verso i margini e le crepe: da Lampedusa in Italia a Lesbo in Grecia passando per l’aereo che lo ha riportato dal Portogallo in agosto e oggi nella città di Vocayan, presidente del Papa. La Chiesa cattolica non manca mai di tuonare contro ciò che egli invoca “La guerra di questo tempo”. Un’espressione che riflette la portata della catastrofe umanitaria avvenuta nel Mar Mediterraneo dieci anni fa.

Sull’aereo che lo portò a Marsiglia, il Sovrano Papa avvertì: “Spero di avere il coraggio di dire tutto quello che voglio dire.” Come avvertimento della potenza del discorso che pronuncerà tra poche ore. È senza dubbio il grido più forte dopo quello lanciato durante la sua visita in un campo di migranti Nell’isola di Lesbo nel 2021.

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“Vite spezzate e sogni infranti”

Di fronte a questo mare azzurro, che negli ultimi dieci anni è stato testimone di tragedie costantemente rinnovate, ha ovviamente reso omaggio a coloro che muoiono mentre cercano di raggiungere l’Europa nella speranza di una vita migliore. Ma soprattutto ha invitato il Vecchio Continente ad un inizio collettivo in obbedienza ad A “Dovere umanitario”..

Venerdì le parole erano potenti. “Ci riuniamo in memoria di coloro che non sono salvati e non sono salvati”.Ha subito chiarito che François era visibilmente emozionato, prima di partire: “Non prendiamo l’abitudine di considerare i naufragi come notizie e le morti in mare come numeri”. “non!”, Tuono, questo è tutto “Nomi e nomi”, “Volti e storie”, “Vite spezzate e sogni infranti”.

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